IL 9 AGOSTO DEL 1974, la sua ultima giornata da presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon si svegliò alle 6. Ancora in pigiama, chiese al cuoco di preparargli la sua colazione preferita, un piatto di carne di manzo tritata e uova in camicia. Mangiò da solo nell'amato salotto di Lincoln, fissando i tizzoni nel camino spegnersi lentamente, riflettendo senza dubbio sullo scandalo Watergate che aveva minato irreversibilmente la sua credibilità e fatto di lui il primo presidente americano dimissionario. Dopo la colazione, qualcuno bussò alla porta: un assistente recava con sé la lettera formale. Sotto le parole "Rassegno le mie dimissioni da presidente degli Stati Uniti" Nixon scarabocchiò la propria firma. Alle nove in punto, Nixon guidò la sua famiglia nella East Room della Casa Bianca. Persino in questa ultima, emotivamente forte occasione, tutto era stato preparato meticolosamente in funzione della televisione, e piccoli pezzi di nastro adesivo posti a terra indicavano la posizione per ogni membro della famiglia. Per la figlia maggiore Tricia fu un'esperienza terribile: "Falco di fronte", annotò nel suo diario, ricordando la scena. "Sali sul palco. Cerca il tuo nome segnato a terra. Non camminare sui cavi. Stai ferma al tuo posto. Cerca la mano di mamma. Stringila. Applaudi. Papà sta parlando. La gente sta piangendo. Non guardare. Non pensarci ora."
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